lunedì 7 novembre 2016

La matita di Spectrum
morbide seduzioni

di
Francesco L.P.016


Gli ingredienti de “La cosa che striscia dall’inferno”, ma più in generale di tutti i lavori di Spectrum, sono i seguenti, in ordine sparso: eroine ribelli dalle languide, generose forme, mostri talvolta bizzarri, ambientazioni fantasiose e dettagliate, universi caotici dominati da umani che di umano hanno ben poco; armi e scontri fatali, appetiti sessuali assortiti.
Scritto così sembra qualcosa partorito dalle storiche firme di Leone Frollo, Rubino Ventura (al secolo Giorgio Pederiali), Balzano Birago o Renzo Barbieri, vero? I gloriosi autori del fumetto sexy anni ’70 italiano, quelli di “Zora la Vampira”, di “Lucifera” o delle irriverenti riletture di “Biancaneve”.
Beh, è così e, al tempo stesso, non lo è.
Honey Venom non è certo il tipo che si fa spaventare da aberrazioni mostruose...
Nel senso che l’autore di “Honey Venom”, la protagonista de “La cosa che striscia dall'inferno” ha certamente a cuore quella controversa, irripetibile stagione del fumetto italico, ma allo stesso tempo ne ha somatizzato gli aspetti migliori dandone immediatamente dopo una rilettura assai più intrigante e gustosa.
Non immergetevi nelle sue pagine cercando la donna oggetto, insomma, o l’orribile “femmina” monodimensionale che gode di uno stupro, come ahimè se ne vedevano (e se ne vedono ancor oggi) a iosa in quel tipo di storie indirizzate esclusivamente a un pubblico maschile dagli ormoni elettrizzati, e neppure una trama in cui tutto viene lasciato all’estro del disegnatore di turno.
Restereste delusi.
Spectrum tratteggia da tempo (è un autore che viene dalla gavetta, da anni e anni di frequentazione del fumetto underground, seppur da sempre seguito da un’appassionata schiera di seguaci) un mondo perfettamente coerente e dettagliato, dove ogni aspetto, anche il più fantasioso, vive in un microcosmo assolutamente funzionante e speculare della creatività del suo narratore: le eroine di Spectrum sono vive, pensanti, seducenti: hanno valori, talvolta irrimediabilmente funzionali all’epoca o alla storia che stanno vivendo, obiettivi, passioni. Pulsano, pagina dopo pagina, con ritmi ora indiavolati ora più riflessivi, attirandovi in una ragnatela di luoghi, trame e personaggi ai quali non riuscirete più a sfuggire.
La protagonista de “La cosa che striscia dall’inferno” è una strega e assassina che abita un mondo fantasy non stereotipato (niente cose tipo: nel bosco ci sono gli elfi, sulle montagne i nani), nel quale vivere la propria sessualità (è lesbica) può portare a un’esistenza da reietta condannata da grigi, laidi benpensanti.
Elyss, la bellissima fidanzata di Honey, è una maga e una veggente.
Vi ricorda qualcosa? Sì, avete azzeccato: nella storia c’è spazio per temi attualissimi come intolleranza (religiosa, sessuale, razziale), ribellioni ad assurdi dogmi dei quali si è prigionieri da secoli, battaglie per la propria libertà. Il tutto, però, senza scadere nel didascalico o - peggio - nel retorico: nei fumetti di Spectrum tutto è amalgamato a dovere, come una buona portata da gustare: c’è il sangue, sì, e la violenza: tanta violenza. C'è il sesso e ci sono i combattimenti. Ma c’è l’Amore, quello con la “A” maiuscola, c’è l’ironia, che sovente sfocia nella comicità più assoluta, c’è l’introspezione. Honey verrà chiamata da un personaggio che ha subito un gravissimo torto, un crimine odioso che solo chi vive “dall’altra parte” della Giustizia può raddrizzare. E la vendetta avrà inizio.
I personaggi ivi presenti non sono quasi mai quelli che ci si aspetterebbe di vedere, aprendo un fumetto contemporaneo: non sono cavalieri o paladini, non cavalcano la gloria, non finiscono sugli albi di Storia. Spesso sono l’esatto contrario, il contrappasso degli eroi senza macchia e senza paura che siamo abituati a leggere in certi filoni narrativi.  
Non vergognatevi, dunque, se anche voi finirete per innamorarvi perdutamente di uno dei personaggi che popolano il bilanciatissimo microcosmo di Spectrum.
Non siete i primi.
Non sarete gli ultimi.

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